SPOT DI NATALE 2020: COME I BRAND HANNO RACCONTATO IL NATALE, TRA COVID, EMOZIONI E IRONIA

Good words

Good vibes

BENVENUTI
Le campagne pubblicitarie natalizie dell’anno appena trascorso hanno affrontato una sfida: raccontare il Natale senza cadere nella retorica, evitando il troppo melenso e il superamento di certi confini non scritti del buongusto.

Ed è così che ho deciso di studiare e analizzare nel mio calendario dell’avvento 24 spot di Natale: un viaggio per il mondo alla scoperta di un nuovo modo di raccontare il periodo più magico dell’anno ai tempi del Covid-19.

In questo articolo tiro le somme del mio CopyXmas Calendar, ma soprattutto vi racconto cosa la comunicazione natalizia anno domini 2020 ci può insegnare.

E quale sia il valore da portare nel nuovo anno. Pronti, via!

Calendario dell’avvento pubblicitario in epoca Covid, come cambia la narrazione

Il calendario dell’avvento quest’anno ha avuto un sapore dolce amaro. La verità è che tra zona rossa, arancione e gialla, la vera attesa è quella che ci porterà a riappropriarci della nostra libertà.

E per libertà intendo andare a fare due passi in tranquillità, senza avere l’ansia di essere troppo lontani dalla prossimità. Così come poter dare una risposta reale a un bambino di 6 anni alla domanda “quando finisce il Covid?”.
E pensare alle mascherine come un ricordo lontano.

Insomma, il Natale è arrivato, l’Avvento finito e, ora che il 2021 è iniziato, cosa ci portiamo dell’anno passato?
In molti hanno salutato il 2020 con imprecazioni, la più vista e utilizzata? Fuck2020. Un tentativo di esorcizzare tutto ciò che è stato ma che ha contribuito a cambiarci, non sempre in meglio ma di sicuro la lista delle priorità ha subito un brusco cambiamento e anche la narrazione natalizia ne ha risentito.

Non necessariamente si è tradotto in distanziamento, mascherine, gel disinfettante nelle pubblicità. Anzi, è stato interessante scoprire come ogni marchio abbia interpretato il Natale, cercando di trovare e costruire visioni alternative e la curiosità tra gli addetti ai lavori per gli spot di Natale non è stata disattesa.

Cos’è successo?

#1 Amore dei nonni

Se anche voi avete la lacrimuccia facile, sappiate che è stato un trionfo di nonni: li abbiamo visti in tutte le salse. La storia di nonna Lola in Disney, il nonno montanaro in Natalino, il nonno che prepara il tacchino in Plenty, i vari nonni seduti a pranzo come in Lidl, la nonna irlandese con il cancellino rotto di Woodies, il nonno che si allena di DocMorris. I nonni fanno tenerezza e attivano un bias cognitivo che al 99,9 % ciascuno di noi possiede e che riporta alla luce i ricordi dell’infanzia. Qualcuno lo chiamerebbe effetto nostalgia canaglia. Del resto la malinconia è un aspetto tipico natalizio. Un peccato non utilizzarlo.

#2 Babbo Natale, uno di noi

Ebbene sì, la figura di Santa Claus è stata rivista. Addio allo stereotipo di uomo del nord intoccabile e perfetto sul suo camion rombante con il baffo lisciato e luccicante. Santa è un uomo sì, ma con i suoi limiti e debolezze. Lo vediamo dunque alle prese con le gioie e delizie dello smart-working in Xfinity, con la scomparsa della lista dei cattivi in Tesco e in una sfida di canti natalizi all’ultima patatina in Walkers Crisps.

#3 L’ironia salverà il mondo

Non è mancata l’ironia. Ma attenzione, non quella offensiva, che ti lascia un sapore amaro in bocca.
L’ironia divertente, in cui ciascuno di noi può ritrovarsi, e farsi due sane risate.
In opposizione alle immagini patinate del Natale, quelle cosiddette instagrammabili, con la luce perfetta, gli alberi stupendi e tutti vestiti a festa, alcuni marchi hanno puntato a raccontare la verità, soltanto la verità.
Il giorno di Natale è una vera e propria lotta alla sopravvivenza. E in questo Plenty vince su tutti.

#4 Il dono più grande nei piccoli gesti

Eccolo il fil rouge che ha accompagnato la maggior parte delle campagne natalizie che ho inserito nel mio CopyXmas Calendar.
L’invito a ritornare alle origini, per cui sono i piccoli gesti a fare la differenza. Non solo in questo momento storico, ma anzi, forse proprio grazie a questo periodo così difficile siamo in grado di riscoprirne il valore intrinseco.
Passare del tempo in famiglia senza fare giri assurdi come il papà avventuriero nella pubblicità Coca-Cola, aggiustare il peluche così tanto caro alla nonna, condividere un momento speciale come preparare lo spuntino a Santa Claus o il cenone della Vigilia, regalare momenti speciali che diventeranno ricordi indelebili, profumi e sensazioni che rimarranno per sempre nei nostri ricordi.
Si lo so, può sembrare un po’ retorico, la verità è che quando diventi grande certe cose inizi a comprenderle di più. E qui potrebbe scattare Il cerchio della vita, con acuto di Spagna.

La mia pubblicità di Natale preferita?

Tutte. Ma se dovessi proprio compiere una scelta, i miei due spot di Natale preferiti sarebbero questi.

Natalino. La favola di Natale di Bergamo e Bigger than Christmas di Myer.

Natalino è un abete di 14 metri, troppo alto, per problemi di stabilità e sicurezza viene tagliato e trasportato dall’alta Valle Seriana fino al centro di Bergamo. Un simbolo che unisce Bergamo e le sue valli e che ci ricorda che nonostante la fatica, il Natale è da celebrare. Una rinascita, per noi, per la nostra terra e soprattutto per i più piccoli, che si sono visti togliere tante cose. Ma la gioia, l’emozione e la magia del Natale, quelle no.

Mi ci sono ritrovata, come madre, come figlia, come bergamasca. Per la storia, per il nonno montanaro, per la lontananza da Bergamo, non per nulla, mi chiamo l’orobica copy.

Bigger than Christmas
Questo è il Natale: scoppiettante, scintillante, divertente.
Ho apprezzato molto il testo della canzone che ha saputo descrivere l’anno passato in modo schietto e sincero. E poi la direttrice dell’orchestra, capelli al vento, ha portato una ventata di inclusività notevole.

Se volete rivedervi tutte le caselle del calendario, basta che andiate sul mio profilo Facebook o Instagram e se volete riascoltare le canzoni delle campagne natalizie ecco la playlist del CopyXmas Calendar 2020: Lorde con Team è la mia preferita!

Pubblicità di Natale: quale valore ci regalano per la nostra comunicazione nel 2021?

La mia personalissima risposta è questa: la gentilezza.
Il re degli spot di Natale, il tanto atteso e acclamato corto di Waitrose & John Lewis, ce lo suggeriva fin da novembre, infatti racconta di come un atto di gentilezza possa innescare un circolo virtuoso.
E di nuovo torna l’augurio di tornare alla semplicità dei gesti e alla spontaneità, senza aspettative né pretese.
E non posso che essere d’accordo, anzi non fa altro che avvalorare uno dei miei credo circa la comunicazione e la scrittura gentile. Del resto l’ho scritto nel mio logo, l’ho raccontato nel mio primo post blog Good words – good vibes e spero che sia di buon auspicio anche per questo nuovo anno.

E voglio concludere con un proverbio che ho letto sulle cartelle della tombola natalizia:

le parole feriscono più della spada

Anche quelle scritte.
Fatene buon uso.

A proposito di gentilezza…
Se hai apprezzato questo post blog o hai uno spot di Natale che ti ha colpito, scrivimi una mail, commenta il post sui social, condividilo. Si tratta di gesti semplici, non costano nulla ma mi farebbe molto piacere ricevere un tuo riscontro per migliorare e scrivere contenuti interessanti e utili. Grazie.

 

 

 

 

 

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